Ecco qui, dopo un bel po’ di tempo, la seconda parte riguardante alcune parole uniche, impossibili da tradurre. Come abbiamo visto il più delle volte queste parole rappresentano un concetto che difficilmente si riesce a trovare al di fuori della cultura in cui sono presenti.
E allora partiamo con il nuovo elenco di altre cinque parole giapponesi intraducibili in italiano.
WABI SABI
Iniziamo con wabi sabi (侘寂), un concetto estetico giapponese fondato sull’accettazione della transitorietà e sull’imperfezione delle cose. Tale visione deriva dalla dottrina buddhista del mujō, ovvero impermanenza. Nella cultura occidentale questo concetto può essere definito come la bellezza nell’imperfezione. Il termine wabi può essere tradotto con semplicità, povertà, rusticità, mentre sabi indica quella bellezza o serenità che nasce con il passare del tempo. Il termine italiano che più si avvicina a sabi credo sia “antiquato”, una cosa vecchia, ma bella. Non è per nulla facile descrivere questo concetto, di sicuro non in così poche righe. Spero solo di essere riuscito a farvi capire, a grandi linee, questa sensazione particolare, tipica della cultura giapponese.
KOMOREBI
Avete presente quando camminate in una foresta o in un bosco e vedete la luce del sole che filtra tra le foglie delle piante? Ecco, questo fenomeno in giapponese ha un nome e si chiama komorebi (木漏れ日). La parola è formata dai caratteri di “albero” (木), “filtrare” (漏れる) e “sole” (日). Non so voi, ma questa parola riesce a trasmettermi emozioni e sensazioni uniche, un po’ come quella luce filtrata dai rami e dalle foglie che sfiora delicatamente la pelle.
IKIGAI
“Qualcosa per cui vivere” o “ragione per esistere”, l’ikigai (生き甲斐) è essenzialmente un motivo per cui alzarsi la mattina, lo scopo della nostra vita. Tutti noi abbiamo un ikigai, anche se magari ancora non lo conosciamo. Si tratta di qualcosa di positivo, che ti fa svegliare con il sorriso sulle labbra, contento di voler affrontare una nuova giornata con il massimo delle energie. Non è facile trovare il proprio ikigai. La ricerca richiede tempo e un buon lavoro di introspezione personale. E voi, avete già trovato il vostro ikigai?